I PILOTI DELLA REGIA AERONAUTICA
“Carlo Emanuele Buscaglia”
Nella seconda guerra mondiale, in Italia, la propaganda militare influenzò l’opinione pubblica, dando massimo risalto alle missioni che gli equipaggi degli aerosiluranti S.79 Sparviero, compirono sul mediterraneo.
Le gesta di questi uomini, che a bordo di trimotori svolgevano le loro missioni volando sul pelo dell’acqua, in poco tempo riempirono le pagine di quotidiani, riviste e cine giornali. In questo modo si cominciò a conoscere i nomi di questi leggendari eroi; Carlo Emanuele Buscaglia, Giulio Cesare Graziani, Carlo Faggioni, Martino Aichner, Franco Melley ed altri. In particolar modo si distinse, Buscaglia, nato a Novara il 22 Settembre 1915.
Nel 1934 presentò la domanda di ammissione al concorso della Regia Aeronautica. Nel 36″ conseguì il brevetto presso la scuola di pilotaggio di Capua.
Nel 37″, probabilmente a causa della sua irruenza nel pilotaggio, che lo portò a diverse sospensioni dal volo a causa di manovre acrobatiche troppo ardite e troppo a bassa quota, fu’ assegnato al 32° stormo di Cagliari-Elmas.
Lì conseguì il “passaggio” sull’S.81. Assegnandolo ai bombardieri, confidavano che la sua irruenza si sarebbe calmata. Il primo incontro che ebbe con l’S.79 Sparviero, fu’ l’8 febbraio 1939, sempre ad Elmas, da quel momento il suo nome fu’ relegato dal destino agli Aerosiluranti. Trasferito un anno dopo a Pisa, presso il 46°stormo. In quel periodo fu’ costituito il Reparto Speciale Aerosiluranti di Gorizia e Buscaglia fu’ chiamato a farne parte.
L’addestramento sullo Sparviero a lanciare siluri, avvenne al poligono di tiro di Fiume, in Adriatico. Fù proprio in quell’occasione che incontrò i suoi futuri colleghi e amici, Franco Melley e Giuseppe Cimicchi.
Lì conseguì il “passaggio” sull’S.81. Assegnandolo ai bombardieri, confidavano che la sua irruenza si sarebbe calmata. Il primo incontro che ebbe con l’S.79 Sparviero, fu’ l’8 febbraio 1939, sempre ad Elmas, da quel momento il suo nome fu’ relegato dal destino agli Aerosiluranti. Trasferito un anno dopo a Pisa, presso il 46°stormo. In quel periodo fu’ costituito il Reparto Speciale Aerosiluranti di Gorizia e Buscaglia fu’ chiamato a farne parte.
L’addestramento sullo Sparviero a lanciare siluri, avvenne al poligono di tiro di Fiume, in Adriatico. Fù proprio in quell’occasione che incontrò i suoi futuri colleghi e amici, Franco Melley e Giuseppe Cimicchi.
Il primo successo di Buscaglia si registrò ai danni di un incrociatore classe London, seriamente danneggiato. Successivamente, mise a segno un altro colpo, questa volta a farne le spese fu l’incrociatore “Kent”.
Il gruppo RSA,divenne 278° sq. con lo stemma dei quattro gatti, dal significato”pochi ma buoni”.
Verso la fine del 1940, unitamente al Cap. Erasi, colpì l’incrociatore “Glasow”, dopo di che annoverò nella sua lista alcuni piroscafi da trasporto.
Le cronache, iniziarono a riportare le sue gesta e di come si lanciava contro le unità da guerra nemiche, sprezzante della reazione furiosa della contraerea nemica . Questo, gli valsero le prime medaglie d’argento.
Ancora un’altra medaglia,gli fu assegnata per il siluramento della portaerei “Formidable”, il 28 marzo, durante la battaglia di Capo Matapan.
Anche i tedeschi, gli assegnarono la propria decorazione, la croce di ferro di seconda classe.
Il 14 giugno 1942, nella sanguinosa battaglia di Pantelleria, unitamente a Faggioni e Graziani ed altri siluratori, furono lanciati più di dieci siluri, contro la portaerei “Argus” e la corazzata “Malaya”, ma senza alcun esito, a seguito di questo fatto ci fu un’inchiesta, in quanto si fece avanti l’ipotesi di un sabotaggio.
La nomina a maggiore, per Buscaglia, avvenne dopo la 29° missione e con ben 24 siluri a bersaglio e con il totale di due incrociatori pesanti affondati, due incrociatori ausiliari, una nave posareti e cinque piroscafi da trasporto, con danni pesanti a; due corazzate, una portaerei, sei incrociatori, due cacciatorpedinieri e tre piroscafi da trasporto.
L’ultimo attacco che Carlo Emanuele Buscaglia, portò contro gli alleati, fu nei pressi della Tunisia, lo stormo degli S.79 fu attaccato da una squadriglia di sette Spitfire.
L’ultimo attacco che Carlo Emanuele Buscaglia, portò contro gli alleati, fu nei pressi della Tunisia, lo stormo degli S.79 fu attaccato da una squadriglia di sette Spitfire.
Mentre era in linea di tiro contro un piroscafo ,il suo aereo venne mitragliato, senza disimpegnarsi e continuando nella rotta di tiro, riuscì a sganciare il siluro colpendo il suo obbiettivo, con l’aereo ormai in fiamme, superò di misura le strutture della nave, infilandosi in acqua subito dopo.
Il resto degli altri aerosiluranti, si disimpegnarono cercando di rientrare alla base, dove comunicarono l’avvenuta presunta morte di Buscaglia.
In realtà, nonostante le gravi ustioni subite, fu l’unico sopravvissuto al disastro. Fu recuperato da una nave alleata e ricoverato in ospedale e successivamente inviato negli Stati Uniti come prigioniero di guerra.
Rientrò in Italia, dopo il 26 giugno 1944 e in funzione alla cobelligeranza dello Regno del Sud, fu reintegrato al comando di uno stormo di “Baltimore”.
L’ANR, quando seppe che, non era morto, ma cobelligerava nei reparti del sud, mutarono la denominazione del gruppo Aerosiluranti della ANR, da “Buscaglia” in Carlo Faggioni.
Il resto degli altri aerosiluranti, si disimpegnarono cercando di rientrare alla base, dove comunicarono l’avvenuta presunta morte di Buscaglia.
In realtà, nonostante le gravi ustioni subite, fu l’unico sopravvissuto al disastro. Fu recuperato da una nave alleata e ricoverato in ospedale e successivamente inviato negli Stati Uniti come prigioniero di guerra.
Rientrò in Italia, dopo il 26 giugno 1944 e in funzione alla cobelligeranza dello Regno del Sud, fu reintegrato al comando di uno stormo di “Baltimore”.
L’ANR, quando seppe che, non era morto, ma cobelligerava nei reparti del sud, mutarono la denominazione del gruppo Aerosiluranti della ANR, da “Buscaglia” in Carlo Faggioni.
Completato l’addestramento sui “Baltimore” peraltro aereo difficile nel pilotaggio e molto criticato dai suoi piloti, Buscaglia volle compiere il primo volo da solo.
Nel tenativo di decollo, l’aereo non mantenne la giusta traettoria di decollo, sbandando e colpendo con l’estremità alare un albero, cercando di alzarsi in volo, stallò pesantemente sbattendo violentemente al suolo, spezzandosi in più tronconi.
Con l’aereo avvolto dalle fiamme, Buscaglia fu estratto dall’abitacolo esanime.
Sopravvisse alcuni giorni in ospedale, ma poi sopraggiunse la morte.
Il nome di Carlo Emanuele Buscaglia, è rimasto legato alla storia degli Aerosiluranti Italiani, per le sue gesta eroiche compiute nel Mediterraneo, un nome rimasto Immortale nel panorama dell’Aviazione mondiale.
Nel tenativo di decollo, l’aereo non mantenne la giusta traettoria di decollo, sbandando e colpendo con l’estremità alare un albero, cercando di alzarsi in volo, stallò pesantemente sbattendo violentemente al suolo, spezzandosi in più tronconi.
Con l’aereo avvolto dalle fiamme, Buscaglia fu estratto dall’abitacolo esanime.
Sopravvisse alcuni giorni in ospedale, ma poi sopraggiunse la morte.
Il nome di Carlo Emanuele Buscaglia, è rimasto legato alla storia degli Aerosiluranti Italiani, per le sue gesta eroiche compiute nel Mediterraneo, un nome rimasto Immortale nel panorama dell’Aviazione mondiale.
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