Iscritto al Partito Nazionale Fascista, nel 1932 conseguì la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Torino.
Nel 1936 giurò come volontario vice commissario di pubblica sicurezza, e nel 1937 venne trasferito alla questura di Fiume come
responsabile dell'ufficio stranieri e poi come commissario e
questore reggente. Nel novembre 1943 Fiume, pur facente parte della Repubblica
Sociale Italiana, di fatto entrò a far parte della
cosiddetta Zona
d'operazioni del Litorale adriatico, controllata direttamente dalle truppe
tedesche per ragioni d'importanza strategica e il comando militare della città
passò al capitano delle SS Hoepener. Pur avvisato del pericolo che
correva personalmente, decise di rimanere al suo posto, Per
contrastare l'azione del comando tedesco, Palatucci vietò il rilascio di
certificati alle autorità naziste se non su esplicati autorizzazione, così da
poter aver notizia anticipata dei rastrellamenti e poterne dar avviso. Inoltre
inviava relazioni ufficiali al governo della Repubblica Sociale Italiana per
segnalare continue vessazioni, limitazioni nello svolgere le proprie attività e
il disarmo dei poliziotti italiani da parte dei tedeschi. Egli si preoccupò
anche dell'istituzione di uno "Stato Libero di Fiume", per far sì che
questo territorio, che correva il rischio di dover venir ceduto dall'Italia alla Jugoslavia,
mantenesse una sua indipendenza. Fu proprio con l'accusa formale di
cospirazione e intelligenza con il nemico in seguito al «rinvenimento di un
piano relativo alla sistemazione di Fiume come città indipendente, tradotto in
lingua inglese» che il 13 settembre 1944 venne arrestato dai militari tedeschi e
tradotto nel carcere di Trieste Il 22 ottobre venne
trasferito nel campo di lavoro forzato di Dachau, con il
numero 117826, dove morì di stenti il 10 febbraio 1945, a soli 36 anni, 78
giorni prima della liberazione del campo.
Nel 1952 lo zio vescovo Giuseppe Maria
Palatucci raccontò che il nipote durante la sua permanenza a Fiume aveva
salvato «numerosissimi israeliti». Da allora Giovanni Palatucci è salito agli
onori sia in Israele (dove è Giusto tra le nazioni dal 1990), sia presso la
Chiesa cattolica (per la quale è Servo di Dio dal 2004), sia presso la
Repubblica Italiana (per la quale è Medaglia d'oro al merito civile dal 1995). Secondo
lo storico Michele
Sarfatti è avvenuto che «il sistema delle onoranze nei confronti
di Giovanni Palatucci ha preceduto il lavoro di ricerca storica. Questo è il
motivo per cui a lui sono state attribuite in modo acritico azioni che nessuno
aveva mai verificato essere state compiute veramente da lui». Già nel luglio 1952 un memorandum del
Ministero degli Interni, aveva escluso che Palatucci avesse compiuto un
salvataggio di massa, ma nessuno fece approfondite ricerche documentali. Stando alla ricerca del Centro Primo Levi, in
base all'esame di circa 700 documenti finora inediti, Palatucci andrebbe
descritto come uno zelante esecutore della deportazione degli ebrei presenti a
Fiume, nel suo incarico di responsabile dell'applicazione delle leggi razziali
fasciste. Quindi come avrebbe fatto Palatucci a salvare oltre 5.000 ebrei se dai
documenti esaminati è emerso che nel 1943 Fiume contava solo 500 ebrei, la
maggior parte dei quali, 412, pari all'80%, finì proprio ad Auschwitz. Anche
il museo Yad Vashem e la Santa Sede hanno
avviato accertamenti. L'Osservatore Romano,
seppure con qualche riserva, ha ammesso che «sul caso Palatucci le ricerche
storiche di prima mano sono state poche, che numeri e fatti sono stati
sottoposti ad interpretazioni agiografiche. Nel 2013 il Centro Primo Levi ha
avanzato alcuni dubbi sulla corretta ricostruzione storica delle vicende legate
alla figura di Palatucci. A seguito di questa ricerca la figura di Palatucci è
stata rimossa da un'esposizione al Museo dell'Olocausto di Washington e lo Yad
Vashem e il Vaticano hanno iniziato a esaminare la nuova documentazione emersa,
ed è anche probabile che in seguito alle ricerche in corso i numeri andranno
ridimensionati, che alcuni eventi andranno riletti” Ad oggi la situazione non è
ancora stata chiarita del tutto.
Giovanni Palatucci con alcuni suoi collaboratoti della Questura di Fiume |
29 aprile 1945 dopo meno di due mesi dalla morte di Palatucci nel campo di Dachau, i prigionieri sopravvissuti vengono liberati dagli americani |
Nessun commento:
Posta un commento