giovedì 21 settembre 2017

21 SETTEMBRE 1943 INSURREZIONE E STRAGE DI MATERA 2


Matera fu la prima città del Mezzogiorno a insorgere contro i tedeschi, per tale motivo la stessa è stata insignita della Medaglia d’Argento al Valor Militare. L’ 8 settembre a Matera c’è un piccolo presidio con un comando di sottozona e un battaglione allievi avieri. All’annuncio dell ’armistizio gli ufficiali si dividono: alcuni partono per il Nord dietro l'ex seniore della milizia Meloni, resta a Matera la maggioranza. Al comando della sottozona c’è il prof. Francesco Nitti, ufficiale di complemento. Gli alleati sono in arrivo, le retroguardie germaniche bruciano i carri-merci della ferrovia lucana e due motrici; i soldati razziano i negozi. Il Palazzo della Milizia viene occupato dai paracadutisti tedeschi. Iniziano i rastrellamenti fra il 18 e il 20 dodici ostaggi, vengono rinchiusi nella caserma della milizia e minato l’edificio. Il 21 si odono i rumori degli ormai vicini combattimenti fra alleati e tedeschi. Verso le 17 in via San Biagio nella oreficeria Caione, alcuni soldati tedeschi si fanno aprire le vetrine, intascano anelli e orologi. Quando stanno per uscire con il bottino due italiani tirano fuori la rivoltella e sparano. Un tedesco cade nel negozio, l’altro ferito esce in strada ed è finito con una bomba a mano. Scatta l’allarme, i tedeschi accorrono. Sparano gli ex militari che si sono tenuti un’arma in casa, e i civili a cui Francesco Nitti distribuisce fucili e munizioni. Si combatte nel rione San Biagio, attorno alla piazza Grande. Emanuele Manicone, esattore della Elettrica Lucana, corre per le vie del centro urlando: «Hanno ammazzato due tedeschi!». Poi vede un maresciallo nazista da un barbiere, gli si getta contro con un coltello, lo ferisce, lo disarma; poi si dirige alla caserma delle guardie di finanza per guidarli al combattimento e morire colpito da una raffica. La battaglia si allarga. I tedeschi vanno alla cabina di distribuzione dell’ elettricità; minano gli impianti, fucilano due ingegneri della Lucana. Alle 18 si ode il boato: è saltata la caserma della milizia con gli ostaggi, solo uno dei dodici è scampato. All’alba si aspetta un attacco tedesco,  arrivano invece i canadesi.
A ricordo della strage, in città e' stato eretto un cippo in marmo nei pressi del palazzo della Milizia, sul quale sono riportati i nomi delle vittime.

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